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23 AND BEYOND THE INFINITE Faces from the ancient gallery

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Il loro suono è molto derivativo, ma quando decidi di confrontarti con la psichedelia e il rock, c’è poco da inventare. Quindi fedeli a questo assioma, i beneventani 23 and Beyond the Infinite hanno qui scelto di percorrere le curve senza forzare troppo. Un atteggiamento saggio, più che da vigliacchi, perché il loro “Faces from the ancient gallery” (La Concertini di Musica Brutta) pur non avendo dei guizzi particolari, è fatto bene e lo si ascolta per intero che è un piacere. Tutto sta al posto giusto: il suono è pastosamente omogeneo, il cantato in inglese lievemente sfrontato e l’esecuzione dei 9 brani in scaletta è priva di grosse pecche.

Potevano rischiare di più i 23 and Beyond the Infinite? Crediamo di sì. Ma sarebbe ingeneroso soffermarsi sul bicchiere mezzo vuoto per legittimare un giudizio negativo. La verità è che il compact è godibile e mantiene per tutta la sua durata una tensione emotiva apprezzabile. Il pezzo migliore? Promuoviamo “Child Sad Eyes”.

Review Overview

QUALITA' - 63%

63%

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