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ANDREA POGGIO Controluce

andrea poggio controluce

Controluce” ci pone – prima ancora di addentrarci nella critica vera e propria – davanti alla domanda “marzullesca”: cos’è un disco? E’ senza dubbio un insieme di canzoni. Se poi le canzoni sono anche belle, il risultato è scontato, così com’è scontato il voto alto. Ecco, l’album di Andrea Poggio ci ha messo in difficoltà perché abbiamo faticato a interpretare il suo lavoro e il valore delle sue canzoni, e anche dopo diversi ascolti qualche dubbio ci resta. Siamo tuttavia giunti alla conclusione che il disco non ci piace. E lo diciamo con un pizzico di senso di colpa perché la produzione è eccellente, il suono di “Controluce” è moderno, europeo, è merce pregiata. Con gli arrangiamenti che sono stati curati da Enrico Gabrielli. Insomma, quello che avvolge le canzoni ci piace, non ci piace il contenuto.

I brani sono quasi tutti degli esercizi di stile, con la forma-canzone che viene maltrattata per provare a valorizzare dei testi molto pretenziosi. E sinceramente non si capisce dove il Nostro voglia andare a parare, anzi, a tratti ci dà persino l’impressione che canti per se stesso e non per un pubblico. Fra elettronica, cantautorato e pop, Andrea Poggio attinge a piene mani dall’immaginario degli Anni Ottanta senza però colpire il bersaglio grosso. Quello che ha fatto lui con “Controluce”, l’hanno già fatto i Soerba (e non solo) con ben altri risultati.

Review Overview

QUALITA' - 50%

50%

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