Cinema2017

MONOLITH Ivan Silvestrini

monolith

Ottimo il soggetto (il film è la trasposizione di un fumetto italiano), malissimo la sceneggiatura. Ottime la regia e la fotografia, claudicanti le interpretazioni. Insomma, “Monolith” è una pellicola dove luci e ombre si mischiano, e dove il giudizio risente per forza di cose del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Peccato, perché il film aveva potenziale ma è stato sfruttato soltanto in minima parte.

La trama. Un’ex popstar di nome Sandra (Katrina Bowden) sospetta che suo marito abbia un’amante, questo mentre è in auto con suo figlio di due anni. Durante il viaggio investe un cervo in mezzo al deserto, lei scende e l’auto super-tecnologica viene chiusa dall’interno dal bambino a cui la madre aveva affidato il cellulare che ne gestisce l’automatismo. Sandra dovrà cercare di salvare suo figlio tentando di aprire la macchina.

La prova di Katrina Bowden non è granché, ma a incidere sulla sua performance ci sono i dialoghi, veramente scritti male. Strano questo risultato perché alla sceneggiatura ha partecipato anche il sempre bravo Stefano Sardo, già leader dei Mambassa e autore sopraffino. Bellissima la fotografia, promosse le musiche di Diego Buongiorno. Di pregio la regia di Ivan Silvestrini, che mette in fila delle inquadrature niente male. Interessante il duello fra tecnologia ed emotività, tra freddo calcolo e affetti. Questi spunti potevano essere trattati con più profondità a nostro avviso.

In conclusione: un thriller che non scuote più di tanto lo spettatore, con un finale piuttosto raffazzonato. Si poteva fare di meglio.

Review Overview

SCORE - 5

5

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