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COUNTING CROWS Somewhere Under Wonderland

Counting-Crows

Sono passati più di vent’anni da quel gioiellino che era “August and Everything After” e i Counting Crows sono rimasti una band di outsider di… successo: né troppo dentro la popolarità (nonostante un botto di dischi venduti) né troppo fuori dalle classifiche di vendita. Diciamolo a scanso di equivoci: il colpo di “August and Everything After” non è mai stato replicato dalla band di Adam Duritz che anzi, da quel cd in poi, ha alternato fortune e diversi lavori mediocri.

Somewhere Under Wonderland” (Capitol Records) è un disco di rock californiano con il solito Duritz che arrotonda le parole con l’eccezionalità che gli è familiare. Ma non è un lavoro memorabile: le melodie sono quasi tutte carine, ma prive di spessore e originalità. E’ come se Duritz avesse perso il dono di scrivere canzoni degne di nota dopo l’esordio folgorante degli Anni Novanta. Nulla da dire sull’interpretazione del songwriter americano (accompagnato da un gruppo di validissimi comprimari), ma il materiale contenuto in questo attesissimo compact è di scarsa qualità.

Da salvare la cover del cd, che è stata creata dal pittore e artista contemporaneo Felipe Molina appositamente per questo nuovo progetto dei Counting Crows.

Le uniche canzoni che ci sentiamo di consigliare sono la bellissima “Possibility Days” e “Palisades Park” soprattutto per il video.

Review Overview

QUALITA' - 49%

49%

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