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DAMIEN RICE My Favourite Faded Fantasy

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Quanti ne ha ispirati Damien Rice. Se gli venisse riconosciuto 1 centesimo per ogni artista che ha ispirato, il cantautore irlandese sarebbe ricco come Bill Gates.

Prodotto da Rick Rubin e dallo stesso Rice, “My Favourite Faded Fantasy” arriva dopo lo storico “O”, che nel 2002 vendette due milioni e mezzo di copie in tutto il mondo, e il successivo “9”, che di copie ne vendette un milione nel 2006. Da quell’ultimo disco sono trascorsi ben 8 anni e si sono sprecate mille leggende attorno allo stato di salute (fisica e psichica) dell’introverso Damien, che non ama stare al centro dell’attenzione e che qualche anno fa ha persino vissuto da eremita in Italia. E come produttore per rimettere in circolo la sua musica non poteva scegliere personaggio migliore, perché Rick Rubin è un altro misantropo di primo pelo. Insomma, una coppia da tre parole in croce nello studio di registrazione, ha però tenuto fede alle attese andando a licenziare uno dei lavori meglio riusciti del 2014. Infatti “My Favourite Faded Fantasy” è un album omogeneo e compatto, con delle linee melodiche spettacolari e un cantato ispiratissimo.

Difficile capire quanto Rubin abbia influito sul risultato finale, di sicuro in certe parti strumentali molto raffinate, la sua mano si avverte. Il disco è triste ma sa aprirsi alla speranza. Se fosse un pianto, sarebbe gli ultimi istanti di occhi lucidi prima di smettere; il momento che ti riporta alla realtà pur carico di emozioni.

Le registrazioni con Rick Rubin sono cominciate a Los Angeles e sono finite in Islanda. «Sono andato da Rick spinto più da quanto non sapessi di lui, piuttosto che da quanto ero a conoscenza» ha ammesso Rice. «Per qualche motivo avevo la sensazione che mi sarei sentito a mio agio ad aprirmi con lui ed essere me stesso». Rubin, nel frattempo, aveva visto Rice per la prima volta dal vivo intorno alla pubblicazione di “O”, e ricorda che «era il mio nuovo artista preferito del momento. Molto del lavoro fatto insieme è stato aiutarlo a vedere quello che era invece chiaro a tutti gli altri presenti in studio». Dopo il lavoro assieme, Rice ha lasciato Los Angeles alla volta dell’Islanda dove ha messo insieme un gruppo di amici e di musicisti locali per portare a termine “My Favourite Faded Fantasy” con l’emozionante panorama di Reykjavik come sfondo. Insomma, raccontata così sembra persino una favola di quelle a lieto fine. E in effetti…

La canzone migliore? La lunghissima (9 minuti) “It Takes a Lot To Know a Man”, con una parte finale che da sola vale il prezzo del compact. Ma anche “The Box” emoziona, complice un arrangiamento perfetto. In generale, impossibile trovare una canzone – fra le 8 in scaletta – debole o priva di personalità. Applausi, insomma. Questo è uno dei dischi migliori dell’anno.

Review Overview

QUALITA' - 84%

84%

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