Opinioni

DARIO BUCCINO «Ezio Bosso, il Festival di Sanremo e l'assuefazione al pop starring...»

«Anche io sono rimasto colpito dalla presenza di Ezio Bosso a Sanremo. Lui è davvero simpatico e odora di autenticità. Le cose che dice sono scontate, se le si dà per scontate (come dice lui stesso, parlando delle cose belle), ma a pensarci sopra – pur se per l’ennesima volta nella propria vita – non sono facili da rendere vere: “…la musica siamo noi, ci mettiamo le mani ma la cosa più importante è ascoltare…”. In realtà ben pochi musicisti sanno poi far sentire queste cose nelle loro creazioni.

Devo essere sincero. La composizione che ha eseguito non mi ha trasmesso nulla, l’ho trovata spenta, e tra l’altro pressoché identica a quella di mille altri esponenti di questo filone un po’ confezionato, che sembra dire ieraticamente “ecce homo, ecce piano” (Yann Tiersen, Yiruma, Giovanni Allevi…). Ma l’esecuzione è stata molto buona. Bosso suona squagliandosi in ciò che fa, ascoltando sensi e intuito che dettano tempi e dinamiche vive e aperte. I piccoli “errori” che fa, qua e là, sono espressione, nascono dalla libertà, non dagli spasmi del suo male. E d’altronde, se l’unione con la propria opera è vera, libertà e limiti individuali sono la stessa cosa, perché questi ultimi vengono lasciati risuonare, ed è disciplina anche e soprattutto questo.

Qualcuno si domanda: “E’ un bene che questo tipo di classica arrivi a Sanremo oppure è gattopardescamente inutile, perché tutto cambia per nulla cambiare a Sanremo?“. Beh, questa non è neanche lontanamente musica classica. Non perché la musica classica sia superiore o inferiore, ma perché, qualunque accezione si voglia dare a questo termine, è completamente un’altra cosa. Questo invece è comunissimo pop strumentale, anche un po’ da “sottofondo”. Easy Listening, Muzak, musica da supermercato, o da spot pubblicitario (che può anche essere bella, lo dico senza captatio benevolentiae). L’equivoco culturale che quindi si può creare lo trovo in effetti dannoso, molto. Inoltre, anche se fa sempre bene ascoltare musica senza l’appiglio della voce, delle parole e del carisma del cantante (quindi ascoltare e basta, mica facile), qui il carisma e la storia personale dell’autore hanno un peso e un’evidenza enorme, quindi, il rischio è che si cambi popstar per non cambiare l’assuefazione al pop starring. Ma intendiamoci, è pur sempre musica ben suonata e, secondo me, male non fa. Tutt’altro».

Dario Buccino, compositore performativo,
inventore del Sistema HN® e delle Percussioni HN™,
strumentista, vocalista, didatta e teorico musicale

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