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ETRUSCHI FROM LAKOTA Non Ci Resta Che Ridere

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Mai singolo d’esordio fu più azzeccato. Se proprio vi annoia ascoltare un disco intero per capire se una band può interessarvi, allora limitatevi all’ascolto della delirante “Cornflakes”, che nel finale omaggia persino i Planet Funk di “Who Said (Stuck in the UK)”, andando a creare una miscela esplosiva. Ecco, basta questo brano per tratteggiare la cifra stilistica del progetto.

Benvenuti alla fiera dell’assurdo di “Non Ci Resta Che Ridere“, secondo lavoro dei toscani Etruschi From LakotaIl disco parte da posizioni cantautorali per abbracciare generi diversi: pop, rock, country, musica americana del profondo sud, musica da ballare con le mani sul cinturone, il cappellaccio alla J.R. Ewing in testa e un po’ di tabacco in bocca da sputare sui piedi dei malcapitati. E’ una giostra dell’assurdo, però nessuna traccia annoia, tutte le storie raccontate (per quanto sbilenche) hanno fascino e il cantato di Dario Canal è diabolico al punto giusto. Sotto l’aspetto tecnico, bello il lavoro sugli arrangiamenti. Insomma, via il cappello (quello di J.R., ovvio): l’album è davvero prezioso e dalla sua ha una discreta fruibilità pop.

Le canzoni migliori? Oltre alla già citata “Cornflakes”, una menzione per “Abramo” ed “Erismo”.

Review Overview

QUALITA' - 71%

71%

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