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EVA MILAN Kali Yuga

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Kali Yuga” è il terzo album di Eva Milan. Un album autoprodotto, a lungo meditato e registrato nell’arco di un anno, in cui l’artista-attivista si è presa tutto il tempo necessario senza porsi limiti e scadenze temporali per esprimere in musica e testi la sua visione di un mondo contemporaneo in declino, suonando quasi tutti gli strumenti, fatta eccezione per alcune collaborazioni sinergiche su una selezione di brani.

Veniamo alla recensione. In alcuni passaggi il disco fa venire in mente Giovanni Lindo Ferretti e i Diaframma – soprattutto dal punto di vista lirico. Ma il limite maggiore di “Kali Yuga” è quel suo guardarsi troppo allo specchio dal punto di vista musicale, quel suo perdersi lungo la strada invece di andare dritto al sodo. Giusto per intenderci: l’album dura 47 minuti circa, ma la sensazione è che ci sia una cospicua parte (facciamo un terzo?) che non è essenziale, e si tratta di parti strumentali che… profumano di virtuosismo fine a se stesso. Insomma, c’è troppa testa in questo lavoro di Eva Milan. Davvero troppa. E si fa una certa fatica a seguire il filo che unisce tutti i brani in scaletta.

Si arriva alla fine dell’ascolto abbastanza provati. La bocciatura è inevitabile.

Review Overview

QUALITA' - 54%

54%

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