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FRANCESCA MICHIELIN «Il mio sogno? Incontrare e lavorare con Damien Rice»

Francesca Michielin e “di20“. Si tratta del suo secondo album, uscito a fine ottobre, e contiene undici tracce inedite, alcune delle quali sono già diventate tormentoni radiofonici. La Michielin è diventata anche autrice, una grande novità rispetto al suo album d’esordio, questo a sottolineare una grande crescita professionale.

“di20” è il titolo del tuo nuovo disco, ma ha un doppio significato. Quale?

«La scelta di questo titolo è dovuta a due motivi: il primo perché ho compiuto vent’anni e volevo sottolineare che non sono più un’adolescente, ma c’è stata una crescita in me sia a livello anagrafico che artistico. Ho acquistato una maggiore consapevolezza. Il secondo è spiegato nel titolo, in “di20” c’è il verbo “diventare” che segna l’evoluzione, il cambiamento e la crescita musicale».

Uno dei brani inseriti in questo disco è “Amazing” ed è stato scelto come colonna sonora del colossal “Spider-Man 2 – Il Potere di Electro”. E’ la prima volta che viene scelta una canzone di un’artista italiana, che cosa hai provato quando te l’hanno comunicato?

«E’ stata un’emozione fortissima perché io da piccola ho guardato tante volte “Spider-Man”. Ho scritto sia la musica sia il testo di questa canzone, insicura delle mie capacità artistiche, e quando mi hanno detto che era stata scelta calorosamente dalla produzione americana è stata una grandissima soddisfazione e personale vittoria nei confronti di me stessa, che ho sempre paura di mettermi in gioco. Questa cosa mi ha aiutato tantissimo perché ho scritto in inglese ed è stata un’ulteriore prova. E’ stato bello perché mi ha molto stimolato a scrivere, “Amazing” è stato il mio primo esperimento da cantautrice e l’ho portato avanti in questo disco».

Hai scritto e cantato sia in italiano sia in inglese, ma quale delle due lingue preferisci?

«Da cantare credo sia più bello l’italiano perché mi piace l’idea di lanciare dei messaggi nella mia lingua, anche se ha un sacco di parole e sfumature e quindi il lavoro è più difficile ma dà più soddisfazioni; da scrivere è più facile farlo in inglese perché è una lingua più elastica».

Qual è la canzone che ti rappresenta di più?

«“25 febbraio”, perché è una canzone che parla di me e di tante me da 0 a 20 anni. Mi rivolgo a una me che in quella data stava per nascere e quindi è una canzone molto intima che parla di amori per la vita, per se stessi e di accettazioni. E’ la canzone che sento di più».

Nel 2011 hai vinto “X-Factor” e di recente ci sei tornata, ma da ospite. Che effetto ti ha fatto?

«Fa sempre molta paura perché, anche se sei uscito vincitore da quella piattaforma, ti senti sempre una sorta di responsabilità nel dover dimostrare qualcosa, anche se in realtà non dovrebbe essere così. E poi, essendo la mia famiglia artistica, è come quando vengono i tuoi genitori a vederti a un saggio e paradossalmente sei più agitato rispetto a quando ci sono persone sconosciute. E’ stata una grande emozione».

Hai duettato due volte con Fedez, c’è un altro artista italiano o straniero con il quale ti piacerebbe collaborare?

«Io credo che le collaborazioni siano belle quando puoi unire le diversità, proprio come quelle mie e di Fedez. C’è un cantautore irlandese che mi piace molto che si chiama Damien Rice, sono andata a vedere tantissimi suoi concerti e mi piacerebbe tantissimo conoscerlo e lavorare con lui perché ha un animo molto puro, si vede che è un artigiano della musica e un cantautore vero, quello che aspiro io a essere».

Quanto è cambiata Francesca dal primo al secondo disco, sia artisticamente sia personalmente?

«Caratterialmente credo di essere più sicura di me. Quando sono arrivata a “X-Factor” avevo sedici anni ed ero in balia di me stessa e delle mie emozioni, adesso ho più padronanza delle mie emozioni e più sicurezza ma credo di aver mantenuto quella curiosità ed entusiasmo di quando ho iniziato e spero di mantenerlo perché credo sia fondamentale per questo lavoro».

Milly Abrusci
(www.notespillate.com)

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