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MECNA Laska

MECNA_laska

Un azzardo vero. “Laska” è un azzardo in piena regola. Perché dal punto di vista dell’originalità il progetto ha carte interessanti, ma Mecna per il suo ritorno ha scelto di percorrere una strada stretta, andando in direzione ostinata e contraria rispetto alle mode del momento o alle abitudini consolidate. Tanto per intenderci: invece di andare a lavorare in America o in una delle tante case (riconosciute) dell’hip hop, il nuovo album è nato in un cottage sul lago Øyeren, vicino alla piccola cittadina norvegese di Fetsund, un luogo isolato dal mondo; invece di usare basi cariche di ritmo, ha scelto di puntare su sonorità più sofisticate, persino raffinate – costruzioni elettroniche di nicchia verrebbe da dire; invece di puntare sui soliti testi da magnaccia o pusher, Mecna ha consolidato il suo stile autobiografico. Insomma, il disco è una mosca bianca nel panorama attuale dell’hip hop italiano.

L’album ci piace parecchio. “Laska” (Macro Beats/Universal Music) ha tre punti di forza: le basi sono davvero sfiziose, c’è ispirazione nelle liriche di Mecna e poi l’album ci piace perché pur cercando una strada originale per smarcarsi dal gruppone, non è né troppo cerebrale né noiosamente autoreferenziale. E’ un compact abbastanza accessibile, a condizione però che si riesca ad andare oltre l’impatto iniziale perché se necessitate di qualche “…bella fra” e “zio” vari per andare in quota, qui c’è poco o nulla. Diversi i collaboratori chiamati ad arricchire il progetto, ci permettiamo di citare il bel lavoro del sempre bravo Patrick Benifei, cantante dei Casino Royale, in “Roar”. Un difetto del compact? Qualche effetto di troppo (auto-tune?) in alcuni episodi.

I brani migliori? “Non dovrei essere qui” e “Dove sei tu”.

Review Overview

QUALITA' - 67%

67%

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