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OTTODIX Chimera

OTTODIX_chimera

E’ dai primi anni del Nuovo Millennio che Alessandro Zannier porta avanti il suo progetto sotto il nome di Ottodix. E bisogna essere sinceri: non sempre i suoi lavori sono apparsi in linea con le aspettative. Anzi, spesso le attese sono rimaste deluse. Questa volta, però, l’artista nato a Treviso è riuscito a tradurre al meglio le sue buone intenzioni. Perché “Chimera” (Discipline Records) è il disco che Zannier forse ha sempre voluto fare ma che soltanto adesso è riuscito a sfornare. Perché in esso ritroviamo tutti i tratti distintivi di Ottodix (passione per l’elettronica cupa, ritornelli che strizzano l’occhio al pop e liriche oblique) ma questa volta il disco non è somma disorganizzata di canzoni, questa volta il disco accompagna l’ascoltatore lungo una strada spianata a dovere.

Il concept su cui si basa l’album è la fine delle utopie e delle ideologie del XX secolo. “Chimera” non sarà solo un cd ma anche altro, ovvero il titolo di un cortometraggio in uscita a dicembre in cui le utopie fallite del XX secolo prendono vita; il nome di un progetto di arti visive che comprende la realizzazione di dieci installazioni esposte in altrettante città del mondo.

Tornando al cd, Zannier paga un bel dazio alla lezione impartita negli anni da Garbo (in Italia) ma c’è anche tanta passione per i Depeche Mode, per Gary Numan, per i Nine Inch Nails e per la new wave lungo i quindici episodi in scaletta. Zannier preferisce giocare a carte scoperte, non fa mistero degli ascolti che hanno formato il suo percorso artistico ma questa volta invece di proporli all’ascoltatore come ingombranti totem, li rielabora con efficacia. “Chimera” è indubbiamente un album derivativo, ma musica e liriche hanno una loro identità. Cosa non ci piace? L’eccessiva lunghezza del compact (rasenta l’ora di ascolto) e alcuni arrangiamenti troppo pomposi, ma il trevisano fatica da sempre ad asciugare i suoi lavori.

In conclusione: elettronica di pregio, che sa intrattenere alla grande. I brani migliori? “King Kong” e la conclusiva “Le Città Immaginarie”.

Review Overview

QUALITA' - 72%

72%

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