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PIERGIORGIO FARAGLIA L'uomo nero

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Per essere un esordio, per essere un’autoproduzione e per essere un disco dal suono non originalissimo, Piergiorgio Faraglia ha fatto comunque un buon lavoro. Il suo “L’uomo nero“, infatti, ha sì luci e ombre ma non pesano propriamente allo stesso modo. Partiamo dalle cose negative: la durata è eccessiva e la scaletta non è così forte da autorizzare un impiego del tempo che sfonda il canonico muro dei 45 minuti. Dicevamo all’inizio del suono: il cantautorato proposto guarda all’America con una certa devozione ma non è succube delle fascinazioni a stelle e strisce, e anzi, sotto l’aspetto puramente melodico c’è tanto del nostro Paese. Diversi brani hanno forza espressiva: la title track, “Chiamami Padre” e la conclusiva “Ali di pane” sono gli esempi migliori.

Le liriche sono carine – bisogna affinare la scrittura ma la base di partenza è buonissima, perché Faraglia sa scrivere, magari non sempre riesce a restituire all’ascoltatore la migliore fotografia, ma i suoi “scatti” evidenziano una certa proprietà di linguaggio. Valide le chitarre, soprattutto quelle elettriche. Buona la produzione. Insomma, un album che non annoia, che sa intrattenere e che arriva persino a stimolare la riflessione.

Review Overview

QUALITA' - 62%

62%

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