CantautoreIntervisteItaliano

ROBERTA GIALLO «Sono attratta dalle situazioni inusuali, ma non intenzionalmente...»

Roberta Giallo, nome d’arte di Roberta Giallombardo, è cantautrice, autrice, performer teatrale, pittrice e scrittrice. In questa intervista proviamo a spiegarvi perché il suo “L’oscurità di Guillaume” è un album pieno di sorprese, che merita fiducia e che parla d’amore senza retorica e senza il solito corredo di banalità. E poi ci avviciniamo a San Valentino, quindi il periodo è perfetto…

E’ curioso che il Guillaume del disco sia un ragazzo che hai conosciuto sul web e che è sparito dopo una fitta corrispondenza via mail. E’ l’amore 2.0 oppure sei attratta dalle situazioni inusuali?

roberta giallo loscurita guillaume«Credo la seconda che hai detto, ma non intenzionalmente, ogni volta lo realizzo solo “a posteriori”, quando è già successo».

Hai collocato il disco in un “Medioevo Post-Atomico”. Ma di cosa si tratta nel dettaglio? 

«Non parlo di un’epoca storica, ma di un paesaggio dell’anima piuttosto oscuro con qualche “luce guida”. E lo chiamo Medioevo, perché questo paesaggio evoca una “dualità”. A livello storiografico c’è chi sostiene che il Medioevo sia stata un’epoca buia e terribile, chi invece lo valorizza, sottolineandone le scoperte o i “germi” del progresso, ecco, il Medioevo storicamente è un’epoca che può essere diversamente interpretata e che ha generato critiche numerose e opposte. La mia storia, allo stesso modo, è suscettibile di numerose e controverse interpretazioni, ma nel disco è solo “contenuta”, non svelata. Il racconto dettagliato avviene solo nei miei live. Il disco è più misterioso. Inoltre ho aggiunto “post-atomico”, perché questo album racconta di un amore vissuto adesso, pochi anni fa per l’esattezza, in epoca contemporanea, anche se gli arrangiamenti e le canzoni stilisticamente parlando richiamano il mondo medievale. Questo perché ogni storia è “contestualizzabile”, ma il sentimento umano dell’amore è eterno, è antico, quindi ho cercato di conciliare gli opposti, di accostarli: mi sono spiegata?».

Abbastanza. In uno scenario post-atomico c’è bisogno di canzoni, non dovrebbe esserci il nulla più assoluto a fare da colonna sonora?

«Risponderei in modo “genuinamente sofistico”: è relativo! C’è chi al nulla e alla tragedia risponde con la musica o col rumore, c’è chi invece risponde col silenzio».

Sui tuoi social giochi molto con la tua immagine. Quanto è importante, oggi, l’immagine per un artista? Pensi che sia un elemento essenziale per avere successo?

«Credo molto. Ma non saprei dire se è essenziale e necessario. Non esistono regole generali ed efficaci che garantiscano il successo oggi. Oggi come ieri. Il successo è una concatenazione di cose, non è prevedibile o calcolabile. Ogni artista ha il suo modo di essere, nel mio, nel bene e nel male, rientra il gioco con la mia immagine: fa parte di me. Sono anche un’artista visiva, perciò mi diverte».

Il tuo disco è un viaggio nell’amore. Ma alla fine tu hai scoperto quali sono i segreti dell’amore? E soprattutto, come si guarisce dalle delusioni d’amore?

«Assolutamente no! Ogni amore è diverso e insondabile. L’essere umano è una realtà che non potremmo mai disvelare appieno, figuriamoci l’Amore! L’Amore è come il Mare, è come Dio! Chi può dire esattamente com’è fatto e “che cos’è?”. Lo si può solo incontrare e raccontare “a posteriori”. Ci confrontiamo con l’Immensità. Più che tentare si svelarlo, mi ci avvicino poeticamente, perché la poesia non deve dare dimostrazioni, piuttosto raccogliere “le suggestioni” e poi riconsegnarle. E’ un discorso lungo e difficile. Potremmo parlarne per ore senza venirne a capo. E stessa cosa vale per le delusioni, non esiste una ricetta, una cura da prescrivere. Però posso dare testimonianza di cosa è successo a me. Nel mio caso scrivere un disco mi ha “aiutato” molto ad elaborare delusione e dolore. La musica mi ha guarita».

Nel parlare del tuo disco, ti abbiamo accostata a Tori Amos e Amanda Palmer, tu a quali figure femminili ti senti più vicina?

«Non lo so. A tante e a nessuna. In ogni artista che mi piace forse potrei ritrovare qualcosa di me. Grazie per Tori e Amanda, mica male. Inoltre devo dire che è simpatico come ciascuno mi accosti a qualcuna, e spesso sono molto diverse, lontanissime. Evidentemente evoco “molte cose”, rimando a tanti mondi. Però per attenermi alla domanda dirò le prime che mi vengono in mente, soprattutto per via del loro temperamento: Édith Piaf e Nina Simone».

Pulsante per tornare all'inizio