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ROMA Solo posti in piedi in paradiso

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rOMA, al secolo Vincenzo Romano, inizia a scrivere canzoni nel 1999 avendo nella testa il rock delle principali formazioni italiane di quegli anni come Timoria, Afterhours, P.G.R. e successivamente attingendo da cantautori come Giorgio Canali, Cristiano De Andrè e Mario Venuti.

Il primo ascolto di “Solo posti in piedi in paradiso” dice che Romano è un rocker classico, quindi suono tipicamente americano, ritornelli che necessitano di un cantato sostenuto, buona proprietà di linguaggio e belle linee melodiche. A noi sembra più vicino a Ligabue rispetto agli Afterhours o all’asprezza di Giorgio Canali, però non è una critica: Ligabue ha scritto tante belle canzoni, non è che bisogna essere alternativi per forza…

Altre cose in ordine sparso: non tutte le canzoni di “Solo posti in piedi in paradiso” sono ispirate, però sono ascoltabili; la copertina è decisamente brutta, sugli arrangiamenti si è lavorato con il braccino e poca voglia di andarsi a prendere dei rischi, come se si fosse creato uno stampino soddisfacente (per l’artista, s’intende) e lo si fosse replicato un po’ troppe volte. Morale: quasi tutti i brani tendono ad avere una struttura simile.

In conclusione: un lavoro capace di destare interesse, ma tutti gli aspetti della proposta (suono, testi, arrangiamenti) possono essere migliorati e personalizzati meglio.

Review Overview

QUALITA' - 61%

61%

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