VERANO Panorama
Siamo fan sfegatati di Anna Viganò, in arte Verano. E dopo aver scritto “Nevada” – uno dei pezzi più belli usciti in ambito indipendente negli ultimi 10 anni – avrà sempre un posto di riguardo nei nostri pensieri. Ecco, questa lunga premessa serve per dire due cose: che “Panorama“, il nuovo disco di Anna, è veramente bruttino e ci dispiace finanche un po’ dirlo.
E’ bruttino perché ci sembra povero di contenuti dal punto di vista lirico e deboluccio dal punto di vista sonoro, nonostante la produzione di Colapesce. I 10 pezzi in scaletta si muovono attorno alle coordinate del pop cantautorale. Anna parla di sentimenti usando un linguaggio non banale, ma i testi non lasciano il segno e le canzoni proposte si perdono dopo un paio di ascolti.
“Panorama” è un disco anemico, senza particolari guizzi, con la voce della protagonista che arriva all’ascoltatore tremendamente monocorde: dà quasi la sensazione che snoccioli la lista della spesa oppure i nomi dell’elenco telefonico, non c’è interpretazione. E’ tutto freddo, esangue. Dal naufragio salviamo qualche chitarra, specialmente quelle che flirtano con il rock, per il resto non ci siamo proprio.