Cinema2016

MORGAN Luke Scott

morgan

Partiamo dalla trama. Kate Mara interpreta Lee Weathers, una dipendente di una corporation specializzata nella risoluzione di problemi, inviata in un laboratorio segretissimo e isolato dove deve investigare su alcuni incidenti avvenuti, che potrebbero essere stati causati da una giovane di nome Morgan, il cui ruolo è stato affidato ad Anya Taylor-Joy.

In cabina di regia per questo thriller fantascientifico Luke Scott, figlio del più noto Ridley, al suo debutto. Il risultato? Decisamente interessante. La storia parla di intelligenza artificiale, genetica, manipolazione e futuro prossimo. Tutti temi che tra grande e piccolo schermo (in quest’ultimo caso vedi alla voce “Black Mirror” o “Mr. Robot”) ultimamente vanno di gran moda. Scott confeziona una pellicola che sicuramente piacerà a chi ha visto di recente “Ex Machina” di Alex Garland, perché l’atmosfera generale fa scattare subito un naturale parallelismo tra i due film. In “Ex Machina” c’era senza dubbio più estetica, più cura del particolare, persino più filosofia, qui siamo a un livello leggermente inferiore ma c’è comunque originalità e un finale con qualche sorpresa.

Oltre a Kate Mara, che recita senza grossi slanci e senza grosse sbavature, anche un cast pieno di nomi importanti: da Toby JonesRose Leslie (già vista in “Game of Thrones”) passando per una irriconoscibile (per via del trucco) Jennifer Jason Leigh. Ma quello bravo davvero in “Morgan” è Paul Giamatti, che interpreta un ruolo di contorno ma essenziale per innescare gli eventi a metà della visione. Molto capace anche Anya Taylor-Joy, abilissima nel restituire al pubblico le emozioni-non-emozioni della sintetica Morgan. Ottima la colonna sonora di Max Richter.

Difetti? La scelta di arricchire il cast con personaggi non necessari, come Skip, interpretato da Boyd Holbrook. Tra le cose che non ci sono piaciute, anche la resa (grossolana) dei combattimenti corpo a corpo. In conclusione: una pellicola che spinge lo spettatore a porsi delle domande sul futuro e che indaga (senza troppa retorica) attorno al tema dei sentimenti creati in laboratorio.

Review Overview

SCORE - 7

7

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