Cinema2016

  • ouija

    OUIJA – L’ORIGINE DEL MALE Mike Flanagan

    Con “Ouija – L’origine del male” siamo nel campo dell’horror supernaturale, un genere che al botteghino fa sempre la sua figura: i dati parziali, infatti, parlano di 9 milioni spesi, e di entrate che sfiorano i 100 milioni. Mica male per un prodotto che deve la sua fortuna più al marketing che ad altro. Il film di Mike Flanagan (prequel di “Ouija” del 2014) è ben girato e montato con il chiaro obiettivo di scuotere lo spettatore…

  • ROGUE ONE

    ROGUE ONE Gareth Edwards

    Effetti speciali a go go, soprattutto nella seconda parte, e combattimenti stellari così intricati da non capire chi sta combattendo cosa e perché. “Rogue One” non è un gran film. Naturalmente il marchio “Star Wars” è garanzia di successo al botteghino, ma nel complesso la pellicola di Gareth Edwards è una mezza delusione. Saltiamo tutta la storia del film e gli incastri con l’universo “Star Wars”  (andateveli a leggere su wikipedia) e preferiamo concentrarci sulla valutazione artistica…

  • la ragazza del treno

    LA RAGAZZA DEL TRENO Tate Taylor

    Tanto fumo e poco arrosto. “La ragazza del treno” è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2015 scritto da Paula Hawkins. Protagonista della pellicola una sopravvalutata Emily Blunt, qui chiamata a interpretare Rachel Watson, una donna in perenne conflitto con se stessa, l’ex marito e l’alcol. Un ruolo tutt’altro che banale o semplice, che la Blunt si guarda bene dal caricare emotivamente, finendo per proporre una recitazione molto ordinaria. E purtroppo il cast di contorno si è adattato…

  • man dark

    MAN IN THE DARK Fede Álvarez

    L’idea che un horror, alla fine, debba essere rassicurante mette in partenza in scacco qualsiasi trama. Significa snaturarne concettualmente l’utilità primaria, cioè scuotere, spaventare, spiazzare. Con queste premesse si capisce del perché il nostro voto a questo “Man in the Dark” non possa essere sufficiente. L’opera di Fede Álvarez parte bene ma poi perde l’orientamento sino a scivolare lungo i contorni del classico horror per adolescenti, con alcune scene (quella dello sperma, ad esempio) che…

  • shut in

    SHUT IN Farren Blackburn

    Che brutto film, “Shut In“. Brutto perché è una pellicola dove tutto è debole, tutto è scontato, con un sacco di sfacciati rimandi a lavori ben più nobili, a partire da “Shining”. La presenza di Naomi Watts, inoltre, è stata usata più che altro per richiamare l’attenzione del largo pubblico, semplice operazione di marketing per dare un po’ di respiro internazionale a un prodotto di Serie B – per la cronaca, la talentuosa attrice in questa circostanza si…

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