CLAUDIA FOFI Teoria degli affetti
Fare del buon cantautorato è – sulla carta – abbastanza facile: testi non banali, arrangiamenti efficaci e un lavoro sull’orecchiabilità per premiare l’ascoltatore senza ingolosirlo troppo. Insomma, basta poco. Tuttavia questo… poco ha un peso enorme, perché a conti fatti è frutto di un’alchimia oscura, non a caso il cantautorato italiano moderno è spesso una rielaborazione mediocre di cose già sentite, un fare musica negli Anni Duemila con lo sguardo rivolto agli Anni Sessanta. Ecco che quindi un disco come “Teoria degli affetti” arriva a rinfrescare l’aria, perché si muove bene e in maniera leggera lungo una strada impervia, che Claudia Fofi ha qui affrontato con il desiderio di proporre brani semplici, scritti meravigliosamente bene e arrangiati senza troppi orpelli, alla ricerca di un’essenzialità che poi dà anche la caratura dell’album. C’è inoltre modernità nel suono, tanto che alcune atmosfere rimandano a eroine come Tori Amos. Insomma, un lavoro completo.