DARIO BUCCINO La costrizione della nudità
Che esordio particolare, quello di Dario Buccino, compositore performativo, strumentista, vocalista, inventore, teorico e didatta. Particolare perché ci sono un sacco di fascinazioni (rock, classica, jazz) e le canzoni in scaletta sembrano più dei provini che dei brani fatti e finiti.
Registrato a Milano da Taketo Gohara, presso Officine Meccaniche e Noise Factory, Buccino sembra un Edda (l’ex leader dei Ritmo Tribale) meno incline a regalare elementi pop al suo pubblico. Il suo modo di cantare (in italiano) è un continuo andare alla ricerca della fonetica piuttosto che del significato. Ma con ciò non vogliamo sminuire il valore (notevole) del disco. Necessita di svariati ascolti (e forse questo è il suo limite maggiore), ma nella sua interezza è un vero gioiellino.
Come si fa a non amare uno che, nel 2014, con ogni genere di strumento elettronico o computer a disposizione, si mette a suonare principalmente delle lamiere metalliche, ci canta sopra e fa tutto discretamente bene? Esatto, non si può.