GIARDINI DI MIRÒ Rapsodia Satanica
A due anni di distanza dall’uscita di “Good Luck”, i Giardini Di Mirò mischiano le carte del mazzo e tornano con un album che contiene le musiche originali che prendono ispirazione dal film di Nino Oxilia “Rapsodia Satanica”, realizzato nel 1917 e interpretato dalla diva del cinema muto Lyda Borelli. Nuovo album a tutti gli effetti quindi, e non un progetto speciale come le caratteristiche del progetto potrebbero indurre a pensare.
“Rapsodia Satanica” (lavorato da Santeria e distribuito da Audioglobe) è una lunga suite strumentale che va oltre il post rock tanto caro alla band emiliana per abbracciare (anche) suggestioni mediterranee e orientali. Ogni brano è un crescendo emozionale che non lascia mai l’ascoltatore sospeso per aria, ma lo riporta comodo comodo dove lo aveva preso, preparandolo al pezzo suggestione, in un gioco di prendere-lasciare-riprendere che poi rappresenta la forza del disco. Detto in parole più semplici: non è la solita menata intellettualoide che per forza di cose bisogna apprezzare, l’album è valido e in tutta onestà ha il grosso pregio di essere accessibile a un pubblico trasversale, che può anche non sapere nulla dei Giardini di Mirò e ignorare persino tutta la parabola del post-rock.
Il compact ci piace inoltre perché ha dalla sua una durata intelligente, che non va oltre i 40 minuti, un tempo adeguato per consentire un rapido riascolto e per non sprecare le idee di partenza dietro inutili virtuosismi. Una traccia da ascoltare? La “XVII”, col suo vago retrogusto Depeche Mode e una chitarra che sembra presa in prestito da The Edge.
Nel disco suonano Jukka Reverberi (chitarra, basso, elettronica, armonica, voci), Corrado Nuccini (chitarra, elettronica), Emanuele Reverberi (violino, tromba, saz, campane), Luca di Mira (pianoforte, tastiere), Andrea Mancin (batteria), Lorenzo Cattalani (batteria), Mirko Venturelli (basso).