Produzione e arrangiamento sono perfetti: un po’ di elettronica, tanto coraggio e altrettanto rock. Aggiungiamo che la voce è di quelle che graffia e accarezza. E aggiungiamo anche che il progetto è italiano, milanese per la precisione. Com’è che ci erano sfuggiti questi Golden Hind? Proprio a noi – poi – che amiamo queste sonorità e sondiamo sempre con attenzione le frontiere lontane della scena indipendente nostrana. L’ascolto è consigliatissimo. Per come maneggiano i suoni, sembrano al quarto album.