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IOSONOUNCANE «La scena indipendente? E' un argomento che sinceramente non mi appassiona»

Quando gli chiedi qual è stata la formula del suo successo, Jacopo Incani ti risponde candidamente con un «…non saprei». Eppure dopo un anno dalla pubblicazione del suo ultimo disco è ancora in tour e molte date hanno fatto registrare il sold out. Insomma, dalla Sardegna con furore, Iosonouncane è forse un oggetto misterioso nel panorama indipendente italiano (ah, a proposito, ci tiene a dire che non ne fa parte…), più probabilmente è espressione di un nuovo modo di maneggiare/rimaneggiare il cantautorato negli Anni Duemila, non a caso nel 2011 e nel 2015 è stato tanto così dal Premio Tenco.

iosonouncane-dieProprio in questi giorni “Die” ha compiuto un anno. Lo senti un disco vecchio o preparatorio a qualcosa di nuovo? Insomma, con che occhi lo guardi oggi?

«Non lo sento affatto vecchio, anzi. Lo considero tutt’oggi una tappa del mio personale percorso di ricerca, quindi preannuncia sicuramente quel che verrà».

Hai idee in questo senso?

«Magari, chissà, in futuro verrà fuori qualcosa di radicalmente differente».

Mi dici la tua sulla scena “indie” italiana?

«E’ un argomento che sinceramente non mi appassiona. E’ una scena della quale non faccio parte e il mio lavoro è lì a testimoniarlo».

Leggendo diverse tue interviste ho notato una certa posatezza, calma, equilibrio. Quanta differenza c’è tra Jacopo e Iosonouncane?

«Sono tra coloro che ritengono ogni opera frutto di un processo di messa in scena, il vitale tentativo di ricreare una realtà più reale del reale. In questo processo è proprio il concetto di identità a venir meno, ad essere superfluo. E super fluo».

Tu sei stato uno dei primi che ha usato Myspace quando era all’apice della popolarità. Ne senti la mancanza? Oppure Facebook, Instagram e Twitter sono strumenti decisamente più utili?

«Uso i Social il minimo indispensabile. E’ una cosa che mi affatica parecchio. Non nutro quindi particolari nostalgie. Piuttosto bramo il momento in cui sarà qualcun altro a occuparsene totalmente».

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