LA CASA DELLE BAMBOLE – GHOSTLAND Pascal Laugier
Tutto il mondo dell’horror dovrà sempre dire grazie a Pascal Laugier per il suo “Martyrs”, gioiello del 2008 destinato a durare nel tempo. A distanza di 10 anni, cosa ci dice invece questo “La casa delle bambole – Ghostland“? Ci dice che il regista francese sa come creare un horror non banale, sa come muoversi fra le maglie strette del genere e costruire con poco, una storia credibile e solida.
La trama. Il lungometraggio narra le vicende di una donna (Mylène Farmer) che eredita la casa della sua zia e si trasferisce con le sue figlie. Durante la loro prima notte, una banda di assassini irrompe nella casa e gli eventi cambieranno per sempre la vita della famiglia.
A raccontarlo per intero, “Ghostland” potrebbe risultare fin banale, ma la struttura che mette in piedi Laugier consente allo spettatore di perdersi (e ritrovarsi) fra i diversi piani narrativi della pellicola senza alcun problema. Crystal Reed e Emilia Jones (le due versioni della protagonista) fanno un figurone e i cattivissimi Kevin Power e Rob Archer danno un contributo essenziale alla buona riuscita della pellicola. Ma in generale è tutto il cast a convincere.
Come in “Martyrs” e come ci ha insegnato anche Lars von Trier, Laugier ama mettere al centro della sua poetica le donne, e ama farle soffrire.
In conclusione: un horror fatto senza grossi effetti speciali ma con la tensione che resta costante per tutta la durata. Finale un po’ scontato ma non da mani nei capelli.