MATTEO DE SIMONE «Noi italiani di politica non capiamo un cazzo»
La nostra recente intervista a Pierpaolo Capovilla e le imminenti elezioni ci hanno suggerito l’idea di chiedere ad alcuni artisti con che spirito si stanno avvicinando al prossimo appuntamento elettorale.
«Mi è stato chiesto di dire la mia sulle prossime elezioni. E’ veramente durissima, perché sono conscio di non possedere grandi competenze e il rischio di aggiungere idiozie alle tante che vengono già affidate ai social ogni giorno è grande. Quindi da due ore scrivo e cancello e alla fine ho deciso che mi limiterò a esprimere un concetto semplice a cui sono approdato dopo molti post su Facebook e altrettanti fiumi di polemiche, in genere con grillini invasati: noi italiani di politica non capiamo un cazzo. Me compreso. Lo dico col cuore e a ragion veduta: siamo un’enorme massa di decerebrati che non sa di esserlo e passa il tempo a disquisire di cose che non conosce, imbracciando a spada tratta concetti strappati qua e là alla tv, a wikipedia, a Libero o Internazionale.
Spariamo cazzate dal mattino alla sera, sempre convinti di aver in mano la verità. Una volta, diceva Umberto Eco (ho trovato la citazione per caso su Instagram l’altro giorno, ovviamente) gli imbecilli parlavano solo al bar, adesso parlano ovunque. Non diceva proprio così, ma il senso era questo. Gli imbecilli e gli incompetenti inondano di parole inutili l’aria, la carta stampata e le pagine dei social, soprattutto i social, i blog, la rete. E quando si parla di politica, questo diluvio di demenza raggiunge vette inenarrabili. Le ragioni del problema potrebbero essere molte, ma io ormai non ho più voglia di fare analisi e opto per la semplificazione: siamo ignoranti come capre. Non tutti, non in tutto. Ma in politica sì. Non è il nostro mestiere, è naturale che non riusciamo a comprenderne appieno il funzionamento. E purtroppo, a differenza di me che scrivo e sono un signor nessuno, in certi campi semplificare è pericolosissimo. Infatti per evitare i danni della nostra ignoranza, ci affidiamo ai nostri commercialisti per la dichiarazione dei redditi, agli avvocati per i nostri processi, agli idraulici per le nostre tubature, agli amministratori per i nostri condomini. Ci sono specialisti per ciò che è al di fuori della nostra portata.
Ad esempio, i politici di professione sono sempre serviti a gestire il nostro Stato. Ok, molti politici hanno rubato, inciuciato con la mafia, ma soprattutto hanno rubato soldi e abusato del loro potere. E’ vergognoso, inaccettabile. E molti di loro si sono anche garantiti l’impunità. Concordo sul fatto che siano persone orrende. Ma io, per non saper né leggere né scrivere, manderei a sostituirli persone capaci. Cioè, se mi è saltato un tubo e ho i muri allagati, non chiamo mio cugino che una volta ha montato un rubinetto a mia nonna, chiamo un altro idraulico e prego che sia più bravo del precedente. Non so se mi spiego. Non è che perché una parte della politica si è rivelata disonesta dobbiamo mettere in discussione tutto quanto. Invece noi in Italia, siamo stati capaci di produrre un partito su misura per chi non capisce niente, un posto dove odiare e smadonnare contro tutto e tutti e sentirsi nel giusto senza sapere dove sta il giusto, portando alla ribalta ignoranti e incapaci e mettendo nelle loro mani un potere che non sanno gestire. Invece, ecco che cosa penso io ed è l’ultima cosa che voglio dire ed il motivo per cui dovremmo smetterla di commentare tutto e soprattutto di fare moralismo sulla condotta dei politici (corruzione e abuso di potere a parte).
La politica è un mestiere difficilissimo, uno di quei mestieri che fai ventiquattro ore al giorno, anche quando bevi il caffè, soprattutto durante i caffè, un mestiere che prevede il saper condurre trattative, saper mentire al momento giusto, omettere al momento giusto e dire la verità al momento giusto, ma nessuno lo sa quand’è questo momento giusto, serve un buon politico per capirlo. E’ un mestiere che prevede il sapere custodire e usare segreti, guardarsi le spalle, giocare d’astuzia, anticipare, tradire la fiducia accordata a qualcuno, approfittare dei deboli, anzi attaccarli quando sono deboli, abbandonare un alleato perché non è più conveniente. Tutto questo, nell’immaginario popolare, fa pensare più a un ratto di fogna che a un eroe virtuoso, eppure è questo che serve per governare 65 milioni di persone di diverse età, fronteggiare organizzazioni criminali, dialogare con l’Unione Europea, gestire milioni di miliardi di euro. Sveliamo un segreto: superman non esiste e la politica, tra le altre cose, fa schifo. E’ un lavoro per chi ha il cuore abbastanza duro da riuscire a immergere le mani nella merda e a mangiarne anche parecchia.
Corruzione a parte, la politica è fatta di cose con cui la maggior parte di noi non vorrebbe mai avere a che fare. E’ fatta di strategie a volte incomprensibili nei loro piccoli passaggi se non si ha la visione globale dell’obiettivo. Così, per fare un esempio, quando noi poveri deficienti ci scandalizziamo che Matteo Renzi faccia favori a Berlusconi, aizzati dai media che godono dei click guadagnati dalla nostra ebete indignazione, è probabile che Renzi stia semplicemente facendo bene il suo lavoro. Perché se proviamo a disconnettere il cervello radiocomandato e riattivare il nostro per un attimo, forse ci accorgeremo che in Italia, nel 2018, uno che non sia capace di accordarsi pacificamente con un imperatore dei media che gode ancora di un successo personale vertiginoso, forse è politicamente incapace.
Per cui, per le prossime elezioni, imploro: per favore, smettiamola di giudicare cose che non conosciamo, cercando di votare in coscienza in maniera intelligente e utile per tutti. La purezza non esiste se non nella mente di Maria Goretti. In questi giorni c’è una gran campagna per delegittimare il voto utile. Tutti giù a dire che si sono stufati di votare il meno peggio. Ma quale sarebbe questo meglio? A volte mi sembra di vedere in certe persone i classici single eterni, sempre troppo impegnati con i loro ideali astratti per accorgersi che intanto la vita gli scorre davanti».
Matteo De Simone, autore e cantante
dei Nadàr Solo