MOSÈ SANTAMARIA #RisorseUmane
Ecco, Mosè Santamaria può piacere o non piacere, ma la sua proposta è originale, prova a sintetizzare elementi e passioni e miti diversi alla ricerca di un prodotto potente. Per il suo esordio si è affidato alle mani esperte di Martino Cuman (Non Voglio Che Clara) e insieme a lui ha rivestito le canzoni di chitarre, piano e di intelaiature elettroniche ricche di beat digitali, synth analogici, squarci astrali; «…sebbene “#RisorseUmane” – dice l’autore – lo potresti suonare dall’inizio alla fine solo con la chitarra acustica».
Ok, ora veniamo alla recensione vera e propria. L’album ci piace, funziona, molte canzoni hanno qualcosa di decadente ed epico, è come se fossero sul punto di scivolare verso qualcosa di irreparabile – in questo senso “Come gli dei” è un buon esempio per comprendere il concetto appena espresso. Il modo di cantare di Mosè Santamaria è abbastanza ordinario, però dal punto di vista lirico ciò che canta ha valore e gli arrangiamenti sono quasi tutti preziosi. Insomma, un esordio positivo. I brani migliori? “Mine vaganti” e “Come gli dei”.