OPEN ZOE Pareti Nude
Il nome che si sono scelti ci ha fatto subito venire in mente il bellissimo “Killing Zoe”, pellicola di metà Anni Novanta mai troppo celebrata abbastanza con Roger Avary alla regia, Quentin Tarantino nelle retrovie e il bravissimo Eric Stoltz come protagonista. Davvero un film di livello. Ve lo consigliamo.
Fine dell’inciso. Veniamo a “Pareti Nude“, debutto per questa band vicentina formata da quattro musicisti di lungo corso della scena veneta. Chitarra, basso, batteria, qualche inserto di elettronica per una formazione classica che si muove lungo le coordinate del rock non disdegnando la melodia e cercando di insaporire la pietanza mettendoci dentro degli arrangiamenti mai banali, tesi a creare uno stile, o un’atmosfera, un timbro riconoscibile. Alla voce c’è una donna. I testi (in italiano) sono ambizioni.
Il risultato? Lo stile si intravvede ma non è ancora definito, sui testi ci sono ampi margini di miglioramento e sotto il profilo melodico si viaggia a fasi alterne. Di positivo c’è che gli Open Zoe sanno suonare e dal punto di vista musicale la loro proposta sa intrattenere. La canzone migliore? Vi consigliamo “Cara”, che ha un incedere molto Anni Ottanta e ricorda vagamente “Amore Disperato” di Nada.