OVERLORD Julius Avery
La storia in sé è una mezza boiata, però è l’insieme che convince di “Overlord“. E per insieme intendiamo gli effetti speciali, il sonoro, la fotografia, le location, gli interpreti. Ci soffermiamo un attimo in più sugli effetti speciali perché – soprattutto nella prima parte – ci sono diverse scene che coinvolgono pienamente lo spettatore, ci riferiamo a quella sull’aereo e alle sparatorie.
La trama. Alla vigilia dello sbarco in Normandia, un gruppo di paracadutisti statunitensi finisce in uno sperduto villaggio francese dove scoprirà che i nazisti stanno conducendo esperimenti su Esseri umani, trasformandoli in creature feroci e soprannaturali.
Julius Avery mette al servizio del cast una regia solida e consapevole. Il film è un horror con risvolti fantastici che non perde un colpo dall’inizio alla fine e che strizza l’occhio a Tarantino e c’è anche un retrogusto che rimanda a “Scappa – Get Out”, pur parlando di livelli stilistici completamente diversi.
Di sicuro la presenza del protagonista nero Jovan Adepo e la sua evoluzione scenica suggeriscono l’azzardato accostamento, ma ciò che ci teniamo a dire è che “Overlord” ha il pregio di cavalcare un filone già ampiamente battuto (i nazisti cattivi che se ne inventano un’altra delle loro) per proporre un cinema di qualità, con pochissime sbavature a livello tecnico. Come detto, la storia è un po’ banalotta, ma la pellicola intrattiene alla grande, i dialoghi sono scritti bene, il produttore è J. J. Abrams e il finale non è da mani nei capelli.