Phoenix Salvatore Cafiero e Lisa Di Giovanni
È un meraviglioso libro, scritto a quattro mani, quello che ci propongono i bravi e accorti Salvatore Cafiero e Lisa Di Giovanni. Non si tratta in realtà del classico romanzo autobiografico o di una biografia, ma di molto di più. Esso è infatti descrivibile ed etichettabile – a buona ragione – come una sorta di accorato diario dove l’artista, oggi acclamato musicista con un curriculum di tutto rispetto, si è messo metaforicamente parlando a nudo. La sua vita non è stata indubbiamente facile e lui ha conosciuto il dolore fin da quando era ancora molto piccolo. Non mangiava praticamente nulla poiché quando lo faceva rischiava di stare molto male. Si pensava dunque che fosse affetto da alcune gravi malattie legate ai chiacchieratissimi disturbi alimentari e che in sostanza volesse morire, detestando l’atto semplice del vivere. Era pallido e magrissimo, per non dire pelle e ossa, e la sua pelle pareva di vetro. Non si reggeva praticamente in piedi e a farlo sentire vivo nonostante tutto, c’era – però – qualcosa di talmente forte e vibrante che riusciva persino a farlo stare bene. Si tratta di Madre Musica e soprattutto della chitarra, che in primis aveva preso in prestito dal suo adorato fratello maggiore. In casa sua poi non sono mai mancati tanti bei dischi che lui ascoltava di continuo, scegliendoli nella vasta collezione di suo padre. Ma un giorno un medico all’avanguardia capì che lui non voleva affatto morire, bensì aveva fin da sempre una grande intolleranza al glutine. Pian piano, seguendo una dieta bilanciata ed equilibrata, è riuscito a sentirsi meglio e a prendere sempre più saldamente in mano le redini della sua esistenza. Un’esistenza dove il mondo delle sette note l’ha sempre fatta da padrone, ieri come oggi. Deve tutto a lui ma anche a se stesso, che, nonostante le numerose e assai dolorose difficoltà non si è mai davvero arreso, e alla sua ragguardevole determinazione, che non lo ha mai e poi mai abbandonato. E tutto questo la Di Giovanni riesce a raccontarcelo, con la complicità di Cafiero, grazie alla sua abile penna, che sa essere delicata, quando il racconto lo richiede, così come più dura e persino leggermente feroce, in altri punti. Un testo da leggere e rileggere con calma e adatto ai palati fini che amano l’autentica poesia, scritta però non in versi ma in prosa. Eccellente.
Genere: Narrativa autobiografica
Pagine: 89
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