Live

RIFF Sestri Levante, Italia - 9 maggio 2025

Non capita tutti i giorni di vedere, nel giro di poche ore, Matt Dillon, Matteo Garrone, Valeria Golino e, nel mezzo, assistere alla proiezione in versione originale e restaurata di “Ultimo tango a Parigi”, capolavoro firmato Bernardo Bertolucci. Eppure, tutto questo è accaduto venerdì 9 maggio a Sestri Levante, in una delle giornate più intense del Riviera International Film Festival.

matt dillon
Foto di Nicola Bottinelli

La mattinata si è aperta con la masterclass di Matt Dillon all’Ex Convento dell’Annunziata, dove l’attore americano si è raccontato con sincerità e ironia davanti a un pubblico partecipe. Dillon ha ripercorso le tappe della sua carriera con uno sguardo lucido e appassionato. «Sono curioso, ecco perché ho deciso di diventare un attore», ha detto subito, spiegando come la recitazione sia diventata la sua strada fin da giovanissimo. «Non ero il miglior studente a scuola, cercavo qualsiasi escamotage per non andarci. Ma dopo il mio primo film, a 14 anni, ho capito che quello sarebbe stato il mio mestiere. Da lì ho iniziato a studiare seriamente recitazione». Molto spazio lo ha dedicato a Marlon Brando, e in particolare all’impatto che ebbe su di lui la visione di “Ultimo tango a Parigi”: «Con quell’interpretazione ha cambiato le regole del gioco. Brando è stato una parte fondamentale del mio sviluppo artistico». Dillon ha parlato anche del suo rapporto con registi come Lars von Trier e Francis Ford Coppola, ha ricordato la nomination agli Oscar e, con un sorriso, ha risposto alla domanda su come si sopravvive a Hollywood: «Beh, non vivo a Hollywood». Ha poi raccontato della sua passione per la pittura, una parte intima e imprescindibile della sua vita: «È qualcosa che sento di dover fare. Da bambino disegnavo tantissimo. Non è un hobby: è una mia grande passione».

Nel pomeriggio, sempre all’Ex Convento dell’Annunziata, l’attenzione si è spostata sulla masterclass di Matteo Garrone, regista tra i più importanti del panorama italiano contemporaneo. Con lui, il dialogo si è acceso soprattutto intorno al suo ultimo film, “Io capitano”, e ai retroscena di “Dogman”, con divertenti aneddoti sul lavoro con Marcello Fonte. «Per un giovane attore – ha sottolineato Garrone rispondendo a una delle tante domande del pubblico – è fondamentale cercare opportunità per crescere, e formarsi un proprio gusto personale. Solo così si può arrivare a scegliere le persone giuste con cui lavorare e migliorarsi». Non è mancata una riflessione sul ruolo dell’educazione al cinema: «È assurdo che nelle scuole non si studi il cinema. È un linguaggio potente, complesso, eppure ancora troppo marginale nei programmi scolastici».

valeria golino
Foto di Silvana Fico

Il culmine emotivo della giornata è arrivato nel tardo pomeriggio con la proiezione restaurata e in lingua originale di “Ultimo tango a Parigi” al Cinema Teatro Ariston. Sala con un pubblico abbastanza numeroso, atmosfera sospesa. Un film che ancora oggi divide, che non ha perso forza né ambiguità, e che continua a porre domande. Alla fine della proiezione è salita sul palco Valeria Golino. Nessun discorso preparato, solo un momento autentico, in cui l’attrice ha voluto rendere omaggio al film e a Bernardo Bertolucci, rievocando con delicatezza il legame personale e artistico che li univa. Insomma, un intervento dalla vibrazione intima e potente.

Pulsante per tornare all'inizio
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.