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ROSE VILLAIN «Quando amo, amo forte, e mi godo ogni cosa»

Rosa Luini, in arte Rose Villain, è la protagonista del nuovo numero di Vanity Fair. La cantante, reduce dal successo degli ultimi due anni grazie alle hit “Click Boom!” e “Fuorilegge”, si racconta in un’intervista intima in cui parla dell’amore per il marito, il produttore Sixpm, ma soprattutto della madre, scomparsa nel 2017: «Anche lei forse voleva fare la cantante, ma la nascita dei figli le aveva un po’ tarpato le ali. Era anche un po’ sregolata nelle abitudini, fumava tantissimo, e infatti poi è morta di tumore ai polmoni. È stato il cruccio della mia vita: le ho sempre rotto le scatole per questa cosa del fumo. È stata la mia battaglia, che alla fine però abbiamo perso entrambe. Però mi ha dato un amore folle». rose villain intervista

Sulla nascita della sua passione per la musica
«Mio padre, imprenditore con un’aziendina di pelletteria, non ha forse mai ascoltato un disco. Mia mamma di musica ne ascoltava tanta, le piacevano Prince, Elton John, Battisti, Loredana Bertè, Gianna Nannini, cantava sempre, diceva che quando ero piccola l’unica cosa che mi faceva passare le coliche erano le canzoni. Credo che ci sia lei all’origine del mio sogno. A tre anni già facevo danza classica, poi per caso a sei anni qualcuno mi passa un microfono a un karaoke, io canto e mia mamma mi dice: ma sei scema? Tu devi cantare».

Sulla relazione con il marito, il produttore Sixpm (Andy Ferrara)
«Lavorare con lui è bellissimo, abbiamo da sempre una sintonia unica. Quando ci siamo conosciuti a New York ci siamo come riconosciuti. Con lui è scattato subito qualcosa di speciale, ho pensato: è lui. Un colpo di fulmine artistico. Ma ci sono voluti sei mesi per metterci insieme. Ero molto emo all’epoca, scrivevo canzoni tristissime, avevo i capelli lunghissimi blu scuro, mi vestivo di nero, facevo vita notturna. Insomma ero inquietante».
«Si vogliamo un figlio, lo canto anche in una canzone: “con te un figlio non può venire sbagliato”. Perché a volte mi dico che tutto il mio bagaglio di oscurità è un pericolo, potrei trasmetterlo al mio bambino, e forse quel bambino potrebbe soffrirlo. Ma con una persona così entusiasta della vita al mio fianco sono tranquilla».

Sui suoi lati oscuri
«Ho avuto attacchi di panico. Il primo è stato alle elementari. La differenza è che io ci lavoro da anni, vado in terapia, mi prendo cura di me. Quando mia mamma se n’è andata, la vecchia Rose avrebbe reagito chiudendosi al buio a soffrire, invece in quel momento avevo da poco conosciuto Andy. Sa quando si dice che l’amore ti salva? È vero, a me è successo».
«Ho degli episodi depressivi. Sono momenti di down molto forti, forse anche a causa del lavoro che faccio. Dopo un live, l’adrenalina crolla e sei distrutta. E, al contrario, quando sono su, sono su moltissimo: quando amo, amo forte, e mi godo ogni cosa, il cioccolatino dopo il caffè, la margheritina nel prato, la tazza di latte d’avena mentre guardo un film. Tutte le cose che faccio le faccio veramente. Non voglio perdermi un giorno della mia vita senza essere felice».

L’intervista completa è disponibile sul numero di Vanity Fair in edicola dal 26 marzo e sul sito vanityfair.it

Giornalista: Valentina Colosimo
Fotografo: Kenny Germé
Servizio: Chiara Totire
Fashion credits:
Cover Look:
Abiti New Arrivals; Collana e anello Clash de Cartier e bracciali Panthère de Cartier, Cartier; Scarpe Alevì Milano.

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