SABRINA NAPOLEONE Modir Min
“Modir Min” è l’altra faccia del cantautorato tradizionale. Perché Sabrina Napoleone partendo da posizioni abbastanza classiche si diverte a filtrare il passato usando le lenti del presente, e dando alle sue canzoni un taglio contemporaneo, moderno, fresco. Quello che colpisce del disco – al primo ascolto – è la varietà degli arrangiamenti: ogni brano è strutturalmente diverso dagli altri, c’è quindi un evidente intento di andarsi a prendere dei rischi piuttosto che giocare sui terreni comodi del rock-pop indipendente. Questa continua ricerca del limite da un lato premia senza dubbio l’ascoltatore curioso, ma spesso si ha la sensazione che l’essenza dei brani sfugga di mano all’autrice, che fatica a trovare il suo centro di gravità permanente attorno a una precisa idea di canzone. Insomma, lo stile – per intenderci – va e viene.
Nell’album sono stati coinvolti diversi volti noti della scena ligure, tra cui Max Manfredi, Cristina Nico e Valentina Amandolese.
In conclusione: un lavoro di discreta qualità, ma la sensazione è che il meglio, Sabrina, debba ancora tirarlo fuori, e che questo, alla fine della sua carriera, rappresenterà un disco di passaggio. Il pezzo migliore? “Il business dei primati”. Sarebbe un clamoroso errore se non fosse promosso a singolo.