Cinema2019

IL SIGNOR DIAVOLO Pupi Avati

signor diavolo

Bruttino, figlio di un’idea dell’horror vecchia di 30/40 anni. Dell’ambizioso “Il Signor Diavolo” di Pupi Avati salviamo soltanto la fotografia di Cesare Bastelli e la scelta delle location e delle scenografie. Il resto è un lento scivolare verso l’inconcludenza.

La trama. Il film è tratto dall’omonimo romanzo scritto sempre dal regista bolognese. Nel 1952 Furio Momenté (Gabriel Lo Giudice), giovane funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia, viene inviato a Venezia per seguire un caso molto delicato: un quattordicenne ha ucciso un suo coetaneo affermando che egli fosse in realtà il diavolo. Questo processo potrebbe rivelarsi dannoso per il governo della Democrazia Cristiana.

La pellicola è piena zeppa di attori di buon livello nei ruoli di rincalzo: da Alessandro Haber a Massimo Bonetti passando per Gianni Cavina e Chiara Caselli. Ma nessuno lascia il segno, penalizzati oltremisura da una caratterizzazione dei personaggi superficiale e dalla narrazione. Il film, inoltre, si trascina lento, complice un montaggio lacunoso che rende tutt’altro che lineare lo sviluppo della storia. Sui protagonisti – a partire dall’unto Lo Giudice – stendiamo il velo: c’è poco da dire.

In conclusione: un horror pretenzioso, con un finale scialbo e un cast che non aggiunge granché. Insomma, da evitare, anche perché non fa paura.

Review Overview

SCORE - 4.5

4.5

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