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QUO VADIS, AIDA? Jasmila Žbanić

quo vadis aida

La regia non è il massimo e anche gli allestimenti non sempre risultano credibilissimi, ma ciò non toglie alcunché alle qualità di “Quo vadis, Aida?“, che è un film dalla forza espressiva enorme, in grado di raccontare un momento terribile della Guerra dei Balcani, cioè il massacro di Srebrenica, al quale l’Europa ha contribuito in maniera determinante, mettendo a nudo i limiti di Onu, Nato e Blocco Occidentale.

La trama. Nel 1995, durante le guerre di dissoluzione della Jugoslavia, l’esercito serbo-bosniaco conquista la città bosniaca di Srebrenica, dove Aida, una traduttrice dell’Onu, si trova col marito e i suoi due figli. Aida ritiene di essere al sicuro nella base dell’ONU in cui lavora, ma quando la pressione dei serbo-bosniaci sul suo perimetro, entro il quale hanno trovato rifugio centinaia di cittadini musulmani d’etnia bosgnacca, comincia a intensificarsi, deve trovare il modo di salvare sé stessa e la propria famiglia dal massacro imminente.

Jasmila Žbanić firma regia e sceneggiatura: nel primo caso la prova è sufficiente, nella scrittura invece il risultato è molto buono: dialoghi e narrazione fanno indubbiamente la differenza in questa opera che ha persino sfiorato l’Oscar.

Jasna Đuričić è la protagonista, e le va riconosciuto il merito di riempire la scena con fisicità e attenzione ai dettagli, risultando credibile e mettendo in mostra una concreta evoluzione del suo personaggio nel rapporto con l’Onu.

Finale da cinema indipendente, che concede poco o nulla a possibili pacificazioni e lascia aperta la ferita che il conflitto balcanico – anche a distanza di anni – non ha mai ricucito. Insomma, un film da mostrare, soprattutto nelle scuole.

Review Overview

SCORE - 7.5

7.5

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