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LANA DEL REY Honeymoon

LANA_DEL_REY_honeymoon

Signore e signori, questo è un grandissimo album. Perché c’è tutto: c’è pop, ci sono idee sofisticate, c’è un lavoro di produzione notevole, c’è un’atmosfera epica, decadente, seducente. E poi ci sono le canzoni: per “Honeymoon“, Lana Del Rey ha messo in fila 13 pezzi più una cover di Nina Simone. A conti fatti, soltanto tre o quattro brani si mantengono su livelli leggermente superiori alla sufficienza, tutti gli altri hanno personalità e valore artistico. Ad impressionare è soprattutto la prima parte: dalla title track iniziale sino ad “Art Deco”, cioè il settimo episodio, sotto tutte canzoni che non ti stancheresti mai di riascoltare. E persino un brano come “Terrence Loves You”, che sembra essere il lato B di “Cruel World” del disco precedente, funziona alla grande. La seconda parte non tradisce le attese anche se si notano diverse flessioni.

“Honeymoon” conferma che Lana Del Rey sa scrivere delle ottime pop song e le sa cantare con il piglio deciso di chi possiede uno stile.

Ecco il nostro commento brano per brano.
Honeymoon“: atmosfere languide, come se Diamanda Galas avesse fatto pace con il suo inferno.
Music To Watch Boys To“: il ritornello ha una presa immediata e il gioco di voci che si sovrappongono e sfumano dà profondità alla canzone.
Terrence Loves You“: la Del Rey offre qui una delle migliori performance vocali del compact; nel pezzo anche un omaggio a “Space Oddity” di David Bowie.
God Knows I Tried“: c’è dentro il pop, ma anche accenti gospel; la costruzione sonora è molto asciutta ma sono i dettagli che fanno la differenza, soprattutto nel finale.
High By The Beach“: scelto come singolo, aveva all’inizio spiazzato un po’ tutti. E’ la classica canzone che esce alla distanza. Il trip hop incontra l’hip hop, il soul, il pop, l’elettronica, insomma, è la sintesi perfetta degli stili della Del Rey.
Freak“: un altro ritornello azzeccato, vestito musicalmente con maestria e forse non sfruttato al massimo del suo potenziale. Curiosamente è uno dei brani del compact che la Del Rey canta meno bene. Ma il ritornello è fantastico e la produzione ispiratissima pone rimedio alle imperfezioni.
Art Deco“: se cercate un brano da mettere per fare colpo su una ragazza o per cercare di trovare la giusta atmosfera, siete nel posto giusto.
Burnt Norton (Interlude)“: intermezzo carino che non aggiunge e non toglie nulla al cd.
Religion“: la voce di Lana arriva pulitissima all’ascoltatore, il ritornello conquista al primo ascolto.
Salvatore“: l’amore della Del Rey per l’Italia non trova soddisfazione in questo brano piuttosto bruttino.
The Blackest Day“: uno degli episodi meglio cantati dell’album, con una costruzione melodica accattivante e una produzione a cinque stelle.
24“: pezzo d’atmosfera, il ritornello è carino, ma nulla di eccezionale. Come in “Terrence Loves You” si sentono influenze da “Cruel World”.
Swan Song“: bella produzione, ma manca qualcosa.
Don’t Let Me Be Misunderstood“: si poteva chiudere il disco in maniera differente. 

Review Overview

QUALITA' - 89%

89%

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