STORIA DI UN FANTASMA David Lowery
Un vero gioiellino che va visto almeno una volta nella vita. E ha ragione chi lo ha inserito fra i film più belli dell’ultimo decennio.
“Storia di un fantasma” è una favola nera, ma è anche una storia d’amore, una storia sull’eternità, sul perenne attendere quel momento che possa legittimare un’esistenza. E’ un film che si trascina come il protagonista, che caracolla tra circolarità temporali e piani diversi, perché il tempo non è mai lo stesso pur ripetendosi lungo percorsi talvolta difficili da decifrare.
La trama. Un musicista, C, vive con sua moglie, M, in una piccola casa a Dallas, in Texas. Hanno una vita felice insieme: cercano una nuova casa e ne pianificano il trasloco. Un giorno M confida al marito che, prima di allontanarsi da un posto dove ha vissuto, le piace lasciare una piccola nota per se stessa in qualche nascondiglio, nel caso lei dovesse mai ritornare. Di tanto in tanto si sentono strani rumori nella casa; una notte i due sentono un forte botto nel loro soggiorno, nel quale si trova un piano già presente nella casa prima che i due la acquistassero, ma non riescono a trovarne la fonte.
Non aggiungiamo altro perché la pellicola merita di essere scoperta e pazienza se talvolta si perde in una lentezza esasperante (la vita cos’è, del resto?) e pazienza se lascia enormi buchi narrativi, qua e là (la vita cos’è, del resto?). Casey Affleck e Rooney Mara sono attori… non protagonisti, nel senso che danno la miccia al film ma restano per tutto lo svolgimento sullo sfondo. Sono utili e superflui al tempo stesso, anche se Rooney Mara dà vita a un lunghissimo piano sequenza (quando mangia sul pavimento) che è davvero tanta roba.
Bellissima la fotografia di Andrew Droz Palermo, il finale è perfetto, com’è perfetto David Lowery, che scrive, dirige e monta questa opera per bambini adulti.