THE ANIMAL KINGDOM Thomas Cailley
L’idea di partenza è interessante, è originale, lo sviluppo non è sempre coerente con la narrazione, ma alla fine “The Animal Kingdom” resta in piedi sino all’ultima sequenza, e occasioni per sbandare ne aveva, eccome.
La trama. In un mondo colpito da un’ondata di mutazioni che stanno gradualmente trasformando alcuni Esseri umani in animali, François fa tutto il possibile per salvare sua moglie, colpita da questa misteriosa condizione. Mentre alcune creature scompaiono in una foresta vicina, François parte con il figlio sedicenne Émile per una ricerca che cambierà le loro vite per sempre.
Thomas Cailley è un buon regista e un bravo sceneggiatore. Romain Duris è credibile nel ruolo del padre sino al midollo, e anche il giovane Paul Kircher fa il suo. Fuori parte Adèle Exarchopoulos nei panni di una poliziotta tratteggiata non benissimo nella sceneggiatura, ma onestamente da un’attrice già formata era lecito aspettarsi di più.
Il film lambisce territori spinosi con tematiche “scivolose”, perché parla di razzismo, inclusione, malattia e rifiuto. Il rischio era quello di creare un polpettone di pensieri e pensierini. Per fortuna ciò non è stato.