ElectroItalianoRecensioniSperimentazione
UDDE Diaspora
Il tallone d’Achille di “Diaspora” sta nella produzione. Probabilmente un orecchio esterno avrebbe aiutato Udde a trovare una strada meno tortuosa (per sé e l’ascoltatore) a vantaggio di una immediatezza e di una accessibilità che invece mancano. Il risultato è un disco che “si parla addosso”, con una buona elettronica, e delle linee melodiche interessanti, ma la scrittura è una cassaforte impossibile da forzare per l’ascoltatore, che resta abbandonato a se stesso, come fosse un ospite sgradito. Peccato, perché qualcosa di buono c’è (vedi “Ostile”) ma sprofonda in una scaletta che arranca.