YOUTH LAGOON Rarely Do I Dream
In ogni disco di Youth Lagoon c’è sempre un momento che svetta sopra il resto, una canzone che sembra raccogliere tutto l’universo fragile e visionario di Trevor Powers. Stavolta è “Perfect World” a brillare in modo nitido, con un ritornello che unisce malinconia e solennità in una linea melodica semplicemente magnetica. Ma l’intero album, “Rarely Do I Dream”, convince per coerenza, atmosfera e libertà creativa. Powers mescola ancora una volta le carte, si muove tra minimalismo, elettronica rarefatta e aperture, come nel caso di “Football”, che in certi passaggi ricorda il Moby più ispirato.
Il suo è un mondo sonoro instabile, dove la quiete dura poco e ogni equilibrio sembra pronto a rompersi per lasciare spazio a nuove intuizioni. C’è qualcosa di febbrile nella scrittura, ma anche un’attenzione artigianale per i dettagli, come se ogni suono fosse scolpito con cura per restare sotto pelle. I testi restano ermetici, quasi mai lineari, eppure sanno evocare un’urgenza emotiva reale, profonda, anche quando non si comprendono del tutto. Ed è proprio questo che continua a rendere Youth Lagoon un artista così raro: la capacità di trasmettere autenticità senza passare per vie facili, restando fedele alla sua voce interiore. Un album da ascoltare con pazienza, e da cui lasciarsi attraversare.