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ZOAS Mexina

ZOAS_mexina

A volte guardi un album e la copertina ti frega drammaticamente. E’ il caso di “Mexina” degli ZoaS: la cover del loro disco non è granché, comunica un contenuto leggerino, e invece questo è davvero un lavoro notevole, con echi che attraversano il rock mitteleuropeo per andare a toccare la new wave, i Bauhaus, gli Anni Ottanta, la necessità di piegare l’elettronica alle leggi dell’ispirazione.

Amici da diversi anni, quando tutti frequentavano gli stessi locali della provincia messinesi, gli ZoaS nascono nel 2010. A novembre 2014 hanno iniziato le riprese per il secondo album – autoprodotto, registrato al GreenFog di Genova e uscito nel maggio 2015.

La loro proposta ci piace per diversi motivi: pur attingendo da un immaginario ultra saccheggiato, il loro sound è fresco, potente, ottimamente calibrato – il missaggio è stato effettuato da quel genio di Mattia Cominotto (Meganoidi). Carini i testi. I synth sono il valore aggiunto di “Mexina”, perché sono usati per dare espressività al suono e non per infarcire di inutili virtuosismi la scaletta. Ottima anche l’idea di rendere agile il compact: 11 canzoni, 35 minuti di musica, poche cazzate. Cosa manca all’appello? Manca il singolo. Perché l’album è generoso di canzoni carine, ma manca forse il pezzo in grado di portare la band oltre i confini della scena indipendente. Ma al netto delle critiche, questo è un disco che ha valore, che merita l’ascolto.

Intelligente il video di “Webstar” (guardatevelo…), ma le canzoni migliori del cd sono la title track, “Come una piuma”, “La preghiera del sabato sera” e “Quello che vuoi”.

Review Overview

QUALITA' - 67%

67%

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