
LAZARUS Teatro Ivo Chiesa, Genova, Italia - 30 aprile 2025
Abbiamo visto a Genova, al Teatro Ivo Chiesa, “Lazarus” – l’opera rock firmata da David Bowie ed Enda Walsh – nell’allestimento diretto da Valter Malosti con Manuel Agnelli protagonista. Uno spettacolo ambizioso, visivamente potente, ma non sempre a fuoco.
Al centro della scena c’è Thomas Newton, l’alieno inchiodato alla terra e al suo malessere. Agnelli, che da musicista ha carisma e spessore da vendere, si muove con grande forza nei momenti musicali: la voce graffia, travolge, incanta. Ma appena si entra nel territorio della recitazione pura, soprattutto nei dialoghi più rapidi e articolati, la sua prova si fa incerta. Non è un attore, e si vede. Tiene botta nei monologhi, regge la tensione scenica, ma fatica a restituire ritmo e credibilità nei confronti con gli altri. Il risultato è un’interpretazione a metà: intensa, sì, ma anche discontinua.
Lo spettacolo ha i suoi momenti. A tratti si perde in una narrazione onirica e frammentaria, ma riesce a ritrovarsi grazie alla musica, vera protagonista della serata. La band è impeccabile, e l’atmosfera sonora – fatta di brani celebri di Bowie e canzoni scritte appositamente per “Lazarus” – è ipnotica. La presenza del Duca Bianco non è solo evocata: è praticamente una vibrazione costante, che attraversa lo spettacolo con la sua estetica e le sue ossessioni.
Casadilego si muove bene nel ruolo della Ragazza/Marley: la sua voce è dolce, controllata, e trova spazi emotivi sinceri. Gli altri attori fanno il loro dovere, senza scivoloni ma anche senza lasciare tracce indelebili.
“Lazarus” non è uno spettacolo perfetto. Ha squilibri evidenti, qualche caduta ritmica, e una certa tendenza all’autocompiacimento visivo. Ma è anche un’esperienza singolare, piena di energia, visionaria e coraggiosa. Non tutto funziona, ma ciò che funziona colpisce forte. E in fondo, come diceva Bowie: “I don’t know where I’m going from here, but I promise it won’t be boring”.