WARPED Intorno a me
Ci sono amori che ti travolgono nonostante le buone intenzioni. Per fortuna non è successo ai Warped: il loro amore per il numetal è sì evidente, però contenuto dentro limiti accettabili. Non siamo davanti al classico progetto dal suono derivativo e qualche idea buttata lì a insaporire la pietanza. Per raccontare “Intorno a me” vale la pena iniziare dalle liriche, che sono il pezzo forte: abbastanza originali, focalizzate sul quotidiano e anche audaci. Il disco inizia e dopo una manciata di secondi ti ritrovi sputata in faccia una roba che più o meno fa così: E se tua figlia piange/perché ha male alla vagina/forse è colpa dello zio/che l’ha già messa a pecorina. Insomma, il quintetto non ci va tanto per il sottile e disponendo di 40 minuti scarsi non si perde in inutili preamboli, e questa cosa ci piace parecchio. Ovvio, il rischio di imboccare una rima ridicola è sempre dietro l’angolo ascoltando “Intorno a me”, ma i Warped se la cavano benino, portando a casa la pelle e dimostrando personalità all’esordio sulla lunga distanza.
La parte musicale guarda al numetal con assoluto rispetto, ma il suono non va a scimmiottare questo o quell’altro gruppo americano. Ovvio, le chitarre sono derivative e l’ombra dei Korn si allunga sullo sfondo, ma il progetto ha una sua identità. Una bella identità. L’orecchiabilità è l’invitato senza un posto al tavolo, nel senso che c’è ma sarebbe ingeneroso definire “Intorno a me” come un disco pop, anche se in una certa misura il pop c’è.
Le canzoni migliori? La title track e “Cronaca Nera”.