SERPENTI Titani
Ok, la prima canzone è molto, molto, molto buona: “La tua Medea” ha un ritornello con una linea melodica assurda. Anche la seconda traccia, “Kora”, funziona alla grande. Poi vai avanti – tutto è di qualità – arriva pure “Medusa” e boom, il giudizio è subito chiaro e tondo: questo è un discone.
Tu che leggi, che ami l’elettronica Anni 80, il rock, il pop, la house – ancora non lo sai, ma questo è il tuo prossimo disco preferito, perché ogni cosa sta al posto giusto: testi scritti bene*, persino con proprietà di linguaggio in alcuni passaggi, la produzione è intelligente – è un vestito bello sopra la migliore orecchiabilità. In cuffia non c’è un’imperfezione, un lieve fruscio, qualcosa di sbagliato nel mixaggio. I volumi sono perfetti, anche quando la band gioca con le seconde voci.
I Serpenti li avevamo già messi nel mirino qualche lustro fa, ma un album così forte, fresco come se avessero dentro il fuoco tipico di chi a 18 anni deve pubblicare un album che o funziona o torni nel dimenticatoio, proprio non ce lo aspettavamo. Insomma, oltre le aspettative.
*
Muore la memoria
Che non ha portato a niente
Togli il nome a tutto quel che vedi
A tutto ciò in cui credi
Si strappa il cielo
Si vede cosa c’è dietro
Come se nascessi di nuovo
(“Medusa”)