LIBERATO Liberato II
Secondo album (dal titolo non originalissimo), 7 canzoni in scaletta per meno di mezz’ora di musica, 1 riempitivo (la rivisitazione in chiave elettronica del classico “Cicerenella”), 1 canzone normale (“Guagliuncella Napulitana”) e 5 pezzi che sono tanta roba. Liberato continua a tenere alta l’attenzione attorno al suo nome, ma mettendo sempre al centro di tutto la qualità della proposta musicale, che poi è anche il modo migliore per durare al di là delle mode.
“Liberato II” è il disco di un artista (o di un collettivo) che ha ancora qualcosa da dire, che ha uno stile preciso, riconoscibile come una banconota da 20 euro. Il marchio sonoro di Liberato è ampiamente distinguibile nel mucchio e questo album è la degna continuazione del percorso intrapreso qualche anno fa. Ovvio, adesso le cose si fanno sempre più difficili perché l’artista è in una fase di… “normalizzazione”: abbiamo capito che non sono più singoli o un disco e basta, c’è un progetto strutturato che ripercorre i passi della discografia, ma nonostante tutto questo, Liberato continua a sfornare grandi canzoni, pezzi destinati a rimanere e che nel mischiare inglese e napoletano trovano uno sbocco naturale, semplice, automatico.
Il brano migliore? Dal mazzo dei 5 che abbiamo segnalato in precedenza, tiriamo fuori “Anna”. Ma il livello generale è altissimo.