CARA CALMA Sulle punte per sembrare grandi
Per valutare una band esordiente bisogna fare lo sforzo di non considerare solo il presente, ma anche il potenziale, e quindi il futuro. Ecco, secondo noi i Cara Calma hanno un futuro, perché la loro attitudine rock è molto buona, la tecnica c’è e il cantato è espressivo. Ovvio, la produzione di Karim Qqru degli Zen Circus li ha aiutati parecchio, ma il potenziale c’è.
Il presente – purtroppo – dice che assomigliano clamorosamente ai Ministri, sul loro rock infatti si allunga, dal primo all’ultimo minuto, l’ombra lunga del trio di “Abituarsi alla fine”. Di tutti i gruppi italiani che abbiamo sentito nell’ultimo anno (giusto per limitare l’asse temporale), i Cara Calma sono quelli che si avvicinano di più ai Ministri, sembrano persino una cover band, pur cantando brani propri, ma arrangiamenti, cantato, melodie, armonie pescano a piene mani dall’immaginario della band milanese. Insomma, hanno da costruirsi uno stile che al momento non c’è, ma le armi a disposizione ci sono.
Nell’album ci sono i featuring di AmbraMarie (che porta un evidente valore aggiunto), Gianluca Bartolo (Il Pan del Diavolo) e Nicola Manzan (Bologna Violenta), che questa volta non marca il territorio come in altre occasioni.