SONIC JESUS Neither Virtue Nor Anger
“Neither Virtue Nor Anger“, album di debutto dei Sonic Jesus, ha un grosso difetto: dura uno sproposito. Il disco infatti si compone di 16 pezzi suddivisi su due compact per un totale di un’ora e mezza (44+45 minuti). Insomma, è molto dispersivo e questo non aiuta a metterlo a fuoco coi soliti due o tre ascolti. Ce ne vogliono molti di più, quindi se volete provare a capire il potenziale dei Sonic Jesus armatevi di pazienza e di un divano comodo. Sì, comodo, perché al netto della critica iniziale, il lavoro concepito è molto rilassante e ha il giusto mix di tensione emotiva e sfrontata originalità.
“Neither Virtue Nor Anger” (Fuzz Club Records) consente all’ascoltatore di fare un salto indietro di almeno una trentina di anni. Dentro infatti ci troverete la cupezza della Berlino degli Anni Settanta, la new wave, i Bauhaus, i Joy Division, il rock europeo e una bella tonnellata di post punk. E’ un disco per nostalgici? In parte. Nel senso che ha le potenzialità per essere apprezzato da un pubblico cresciuto (musicalmente) a cavallo fra gli Anni Settanta e Ottanta ma anche dalle platee di oggi, perché pur rifacendosi nei suoni a un immaginario passato, ha personalità e sa dialogare con l’ascoltatore, lo va cercare con costruzioni melodiche eleganti e mai sfacciate. Il problema – lo ripetiamo, e non ce ne vogliano i diretti interessati – è la durata, perché “Neither Virtue Nor Anger” è nel complesso un album valido ma difficilissimo da digerire in un colpo solo. Meglio familiare con esso a piccole dosi.