CHELSEA WOLFE Élysée Montmartre, Parigi, Francia - 4 giugno 2024
Ci sono artisti che durante i concerti ti trasmettono un’impressione, che poi è il motivo per cui una persona va a vedere l’artista X dal vivo. Invece dal concerto di Chelsea Wolfe a Parigi ne siamo usciti come ci eravamo entrati, cioè con un grande punto interrogativo. Perché l’artista americana ha qualcosa di magnetico e misterioso che anche in concerto resta in un mondo astratto, difficile da scalfire.
Non è particolarmente loquace, interagisce poco e niente col pubblico, e sembra un Essere trasportato in un mondo che non gli appartiene ma che vive con l’idea di soddisfare un bisogno proprio, vitale. Ed è proprio questa contraddizione alla base delle nostre emozioni: tra ciò che sicuramente l’artista americana è – un’eccellente e talentuosa performer -, e la sensazione che sul palco sia non perfettamente a suo agio, non tanto per snobberia, ma più per una propria segreta intimità.
In scaletta quasi tutto il nuovo disco “She Reaches Out to She Reaches Out to She“, che dal vivo è davvero tanta roba, perché chitarra, batteria, ed elettronica funzionano alla grandissima, restituendo all’ascoltatore un muro sonoro che, soprattutto nelle prime file, va in pressione e impressiona. Un pizzico di insoddisfazione per l’esecuzione di “Feral Love”, rimasticata nel finale in una maniera meno grandiosa rispetto all’originale. Molto bella “Dusk”, ma è stata tutta la scaletta (a partire dal botto iniziale di “Whispers in the Echo Chamber”) a lasciare un’ottima impressione, e soprattutto a mettere in evidenza un’artista versatile capace, questo sì, di stare perfettamente a suo agio con chitarra e voce, e con il rumore della band alle spalle.
Si ringraziano Damien de Clerck @Concord e Constance Legeay @Vedettes per l’ospitalità