
MARCO POLO Teatro Carlo Felice, Genova, Italia - 1 ottobre 2019
Quando le attese sono enormi, è anche enorme il rischio di vederle disattese. Che poi è il rischio che si è portato dietro il “Marco Polo” cinese, sbarcato al Teatro Carlo Felice di Genova per due appuntamenti europei esclusivi e accompagnato dall’etichetta di “evento”.

Alla fine il risultato è stato di assoluto livello, e anche il timore di non riuscire a stare dietro a un’opera tutta in cinese con sovratitoli in italiano è evaporato davanti alla ricchezza delle scenografie e dei costumi e alle prove degli interpreti in scena.
Quasi 700 anni fa, Marco Polo stupì l’intera Europa con i suoi appunti, una cronaca dettagliata dei suoi 24 anni in Asia. Da allora, il suo nome simboleggia il legame tra Oriente e Occidente.
Il dramma è stato presentato come un’opera cinese. Infatti il Teatro Carlo Felice ha messo in palcoscenico l’orchestra, il coro e il set, ma i costumi, il cast (escludendo il personaggio Marco Polo, affidato a Giuseppe Talamo) e l’opera stessa sono stati affidati direttamente alla controparte cinese. Insomma, un vero e proprio kolossal capace di intercettare una platea ampia e non solo appassionata al genere.

La prima cosa che il pubblico ha potuto apprezzare sono state le clip del video designer britannico Luke Halls, che a livello puramente estetico hanno dato subito un forte marchio alla caratterizzazione dell’opera e soprattutto hanno creato un link preciso fra tradizione e modernità. Inoltre – a nostro avviso – rappresentano una perfetta mano tesa verso un pubblico giovane.
Detto che il nostro Giuseppe Talamo ha fatto un figurone, andando ben oltre il ruolo e arricchendolo con una presenza scenica di grande qualità, a impressionare sono state le prove dell’intero cast cinese, con punte di eccellenza come nel caso di Hao Jiang Tian, protagonista nei panni di Kublai Khan. Senza dimenticare – a dire il vero – tutte le bravissime presenze femminili in scena, con una strepitosa Xiaotong Cao nei panni di Chuan Yun.