ESTRA Gli anni Venti
Col tempo abbiamo imparato a diffidare del ritorno di certe band che hanno fatto benissimo negli Anni 90. E poi abbiamo imparato a diffidare anche dei progetti che nascono tramite il crowdfunding perché nella maggior parte dei casi sono pensati principalmente per soddisfare i fan pagatori. Tutto questo per dire che partivamo un po’ prevenuti nell’ascolto del nuovo disco degli Estra, non tanto per il pedigree della band, che è stata una delle più sincere del panorama rock italiano degli ultimi 30 anni. Alla fine però ogni diffidenza è caduta di fronte alle canzoni. Perché “Gli anni Venti” è un disco di bellissime canzoni, scritte da Giulio Casale in maniera finanche raffinata – trovate voi una rima chiusa male.La scaletta gira tutta attorno a un tipo di rock del quale oggi, nell’epoca del rap e della trap, si sente una gran mancanza almeno in Italia, parliamo di quel rock viscerale che purtroppo dalle nostre parti ha perso cittadinanza già da un bel po’.
Se vogliamo usare il bilancino del farmacista, su 11 canzoni soltanto una, cioè “Che n’è degli umani?”, secondo noi è meno efficace delle altre, poi tutto il resto è materiale di indubbia qualità con punte di eccellenza come “Fluida Lol” e “Nessuno come noi” (la nostra preferita).
In questo disco gli Estra mettono a fuoco le contraddizioni di questa epoca e in parte anche delle precedenti, mostrandosi più che pessimisti, realisti. All’album hanno partecipato come ospiti Marco Paolini e Pierpaolo Capovilla (in qualità di voci recitanti), Giovanni Ferrario e Marco Olivotto.
In conclusione: uno dei migliori dischi italiani di questo 2024.