SIMONE AGOSTINI Maka
Vi diciamo subito che “Maka” (Protosound Records) è un buon disco. Vi diciamo nel contempo che – è una provocazione – fosse durato la metà dei 40 minuti totali, sarebbe stato un album ancora più bello. Perché Simone Agostini tende con la sua musica a fare giri molto lunghi prima di andare al sodo, ovvero all’essenza della canzone.
La chitarra acustica è la vera protagonista, arricchita qua e là dal violino mai banale di Francesco “Fry” Moneti dei Modena City Ramblers. La struttura del compact è solida anche se – passato il primo quarto d’ora di ascolto – si avverte una certa timidezza negli arrangiamenti. A favore di “Maka” c’è la capacità di essere un abbraccio caldo, una mano tesa che rassicura e contemporaneamente spinge l’utente verso una dimensione dove la testa e i pensieri si fanno leggeri.
Per gli amanti delle curiosità, “Maka” significa “Terra” nella lingua del popolo Sioux.