IO SONO TEMPESTA Daniele Luchetti
Mettiamola così: tra i filmetti è un filmone, mentre tra i film (intesi come roba seria) è un filmetto. Questo per dire che “Io sono Tempesta” è una pellicola apprezzabile se valutata dal punto di vista del mero intrattenimento, mentre è terribile dal punto di vista dell’originalità e della scrittura, sembra l’ennesimo riciclo di idee già riciclate nel tempo. Se fosse un brano musicale, sarebbe la cover bruttina di una cover brutta presa da un classico ormai fuori moda.
La trama. Numa Tempesta (Marco Giallini) è un ricco uomo d’affari che, condannato per evasione fiscale, si trova a dover scontare la sua pena in un centro sociale dove conoscerà il disperato e guascone Bruno (Elio Germano). Da un lato cercherà di mantenere i contatti con i soci e gli acquirenti, dall’altro non prenderà coscienza subito dei bisogni dei senzatetto ospitati nel centro. Ma con il tempo…
Giallini non lascia il segno ed è il solito Giallini degli ultimi anni: la commedia lo snatura. Germano ha un solo modo di interpretare i ruoli leggeri, cioè esagerando, caricando il recitato, e spesso finisce così per essere caricaturale, poco credibile, anche un pizzico fastidioso. Nel cast pure Marcello Fonte (protagonista del “Dogman” di Garrone), che qui non aggiunge granché, complice un ruolo scritto coi piedi. Da salvare soltanto le location, la grafica della locandina e la bombastica Simonetta Columbu nei panni della prostituta Radiosa. Per il resto, qualcosa in più della solita commedia all’italiana ma il livello resta comunque basso, mortificante per lo spettatore che ancora ha fiducia nel cinema nostrano.